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Christmas fairytale: La storia della Principessa Sofia

  • Eva Twardzicka

In onore della nostra nonna, Jadwiga Twardzicka, che ci avvinceva e affascinava con la storia di 'Królewna Zosia'…


Vorrei raccontarvi la storia della principessa Sofia:

C'éra una volta, in un paese lontano, una principessa che era figlia unica e per questo molto amata da suo padre, il Re. Egli era un soverano molto nobile, retto e giusto, un uomo d'onore, di integritá e timorato di Dio. Tutte le domeniche insisteva che sua figlia l'accompagnasse alla messa. Però una domenica, quando la principessa non scese in tempo dal suo appartamento, il Re cominciò a spazientirsi e quindi salì lui stesso nelle sue stanze a chiamarla. Bussò alla porta e gridò: "Sofia, cosa c'è che non va? Perchè non sei pronta per venire a messa?" E la sua voce timorosa gli rispose attraverso la porta: "È che non mi sento molto bene, papà. Sono stanca e ho mal di testa." Poi aggiunse: "Inoltre, non ho niente da mettermi." Al che il Re esclamò: "Come sarebbe a dire che non hai niente da metterti? Hai un armadio pieno dei vestiti più belli del reame!" Irruppe allora nella camera e andò risolutamente all' armadio e spalancò le porte. Era vero! Tutti i vestiti appesi in fila sulle gruccie avevano macchie marroncine sul retro, come se fossero stati bruciati sotto il ferro da stiro, e la cosa più strana era che tutte le punte delle scarpe di raso intonate ai vestiti erano macchiate dello stesso colore. Che misteriosa faccenda! Dunque, il Re non aveva altra scelta che andare alla messa solo, senza sua figlia. Mà giurò e ordinò un decreto che entro il sabato seguente i sarti reali le avessero rifatto un nuovo guardaroba stupendo.

Communque, il sabato seguente accadde esattamente la stessa cosa. La principessa non apparve e diede le stesse scuse: la stanchezza, un mal di testa e niente da mettersi; e ancora una volta tutto il guardaroba era rovinato. Questa volta il Re era livido di rabbia e giurò che sarebbe andato a fondo di questo sconcertante mistero. Piazzò uno dei suoi soldati a fare la guardia fuori della porta della sua ala del palazzo per scoprire cosa succedeva alla principessa e al suo guardaroba tra il sabato sera e la domenica mattina...

Ma, la principessa era furba. Così un paio di ore dopo il crepuscolo aprì la sua porta e con un sorriso pieno di dolcezza offrì al soldato qualcosa di buono da bere per aiutare a far passare il tempo nella sua lunga guardia e, ovviamente, il giovane soldato non poté rifiutare... All'indomani, quando il soldato finalmente si svegliò da un sonno profondo e scoprì con orrore che accadde esattamente lo stesso e lui non aveva fatto niente per prevenirlo, non osò ammettere al Re furibondo che aveva dormito tutta la notte. Semplicemente gli disse che non aveva visto nessuno entrare o uscire da quella porta. Il Re ormai era fuori di sé dalla rabbia, lo buttò fuori dal castello e fece venire il suo soldato più vecchio, saggio e degno della sua fiducia...

Quest'ultimo, che desiderava prepararsi bene prima del suo turno di notte, andò prima di tutto a fare delle domande al giovane soldato, e quando sentì la storia della bevanda capì esattamente cosa fare. Così, il sabato successivo, quando la principessa aprì la porta e gli offrì con voce dolce una bevanda per passare il tempo, l'astuta vecchia volpe non esitò ad accettare con entusiasmo. E proprio come sospettava, quando la spiò attraverso la fessura della porta, la vide andare a preparare il suo cocktail , anche se lei dava le spalle a lui, avrebbe giurato che lei aveva spruzzato qualcosa nel suo bicchiere, come una polvere da una bustina. Sebbene lei lo avesse osservato attentamente, quando bevve il cocktail lui fu molto attento a versare tutto questo liquido nel sacchetto posto dietro alla barba finta, proprio come si era esercitato innumerevoli volte nel corso della settimana precedente. E dopo quindici minuti o giù di lì, finse di cadere addormentato e cominciò a russare rumorosamente e molto convincentemente.

Oramai sicuro, sentì la principessa prendere le cose dal suo guardaroba, le imballò in fretta in due grandi valigie e poi scivolò davanti a lui il più silenziosamente possibile giù per la scala di pietra della torre. Pochi istanti dopo il soldato balzò in piedi e la seguì giù per le scale e fuori dal castello. C'era li' davanti una carrozza che l'aspettava - oh, ma che carrozza! Tutta verniciata di nero incrostato d'oro e rubini e trainata da quattro magnifici cavalli neri come la notte... Non appena vide la principessa entrare nella carrozza, la guardia strisciò fino a raggiungerla e saltò sulla piattaforma posta dietro. Egli afferrò una barra nell'angolo, vi si strinse più forte che poteva e, allo scoccare della frusta, i cavalli erano già fuori al galoppo nel buio. Il vecchio soldato presto perse completamente l'orientamento. Sapeva solo che galoppavano attraverso boschi sconosciuti e interminabili sempre più lontano dal palazzo reale. Tutto - la carrozza, i cavalli, i boschi impenetrabili su entrambi i lati del sentiero - gli sembrò così sinistro che sentì il bisogno di fare il segno della croce. Un momento seguente i cavalli bloccarono la carrozza e impetuosi si impennarono come le animali selvaggi e nitrirono ansimando vapore. I soldato appena osò respirare e dopo pochi istanti di angustia sentì l'autista urlare un qualche ordine diabolico ai cavalli e con lo scoccare della frusta ripartìrono di nuovo al galoppo.

Alla fine vide alcune luci brillare in lontananza e tirò un sospiro di sollievo, pensando che lì finalmente c'era qualce forma di civiltà e che sarebbe andato a fondo di questo mistero infernale e magari con un po' di fortuna sarebbe stato in grado di chiedere aiuto e se necessario rinforzi. Ma non fu coì. Mentre si avvicinavano alle luci, il soldato realizzò con un brivido che non erano le luci di una città o di un villaggio, ma erano gli alberi stessi che scintillavano. ""Che Dio mi aiuti!" mormorò sottovoce. Poi, ancora una volta, i cavalli cominciarono a impennarsi e a nitrire in modo tale da congelargli il sangue. E peggio ancora, fu colto dal pensiero improvviso che anche se fosse tornato vivo da questa avventura da incubo, chi avrebbe mai creduto a una storia simile? Ma subito, il nostro eroe raccolse il suo ingegno in un pensiero veloce, si appoggiò su un lato del carrello, aggrappandosi al barra della carrozza all'angolo, con una mano strinse la forte e con l'altra afferrò uno degli alberi incantati .

Per fortuna riusci a rompere un ramo d'argento che mise rapidamente dentro la giacca. Giusto in tempo, perché un momento dopo l'intero colore della foresta iridescente era cambiato; ora brillava con un ricco colore ambrato. Poi, quando il nostro eroe fidato si sporse fuori e raccolse un secondo ramoscello, vide che si trattava effettivamente di oro.
E proprio mentre pensava che mai in vita sua aveva visto niente di più bello, entrarono in un bosco di alberi con rami ancora più brillanti rispetto ai due di prima, era ancora piu prezioso e pose il ramoscello coperto da piccoli diamanti nella sua giacca.

Egli aveva agito con tempestiva precisione perché finalmente erano giunti alla fine delle foreste incantate. I cavalli rallentatarono al trotto e si fermarono di fronte a un castello dall'apparenza ostile, fatto di pietra nera. Attraverso le finestre illuminate arrivava una musica ammaliante. Il soldato vide la principessa scendere dalla carrozza e andare su per le scale del castello, dove fu calorosamente accolta da un gruppo di uomini impeccabilmente vestiti, che si inchinarono a lei e la condussero per mano all'interno, seguita da alcuni valletti che trasportavano le sue valigie. Era la sua immaginazione, oppure ognuno di questi uomini aveva due piccole protuberanze sulla testa sotto i riccioli delle loro parrucche? Erano i suoi occhi ad ingannarlo, o c'era qualcosa che assomigliava a una coda nera che si muoveva sotto i loro frack?

Il soldato strisciò di nascosto fino a una finestra d'angolo del castello, salì su un contrafforte e sbirciò dentro. Lì, uno spettacolo incredibile apparve ai suoi occhi: un sontuosa sala da ballo abbagliante, con centinaia di coppie che volteggiavano con la musica sotto i lampadari e la principessa in mezzo a tutti loro raggiante e ballava come se fosse stregata con gli occhi scintillanti e con un partner dopo l'altro che la invitava a ballare. Ma dopo una serie di tre danze o giù di lì con ogni uno di loro, si scusò e scappò in una stanza di lato, per poi riapparire qualche minuti più tardi in un vestito nuovo, con scarpe di raso abbinate. Perché, naturalmente, là dove gli uomini - o qualunque cosa fossero - le avevano posto le mani sulla schiena per abbracciarla mentre ballavano e le avevano calpestato accidentalmente le punte delle scarpe, le avevano lasciato i segni delle bruciature...

* * * *

Ebbero una settimana per preparsi. Il Re in un primo momento non potè credere alle sue orecchie, ma alla fine si convinse della veridicità del racconto del soldato dai rametti di argento, oro e diamanti. Quando finalmente si calmò, si mise a escogitare un piano per fermare questa sinistra minaccia al benessere e alle virtù della sua famiglia, una volta per tutte.

Il sabato successivo, non appena la principessa diede a tutti la buonanotte e salì nelle sue stanze da letto, un gruppo di soldati lasciò il castello e si incamminò una certa distanza lungo il sentiero, armati di picconi e pale. Poi nel punto prescelto, sotto la copertura del buio della notte, cominciarono a scavare. Continuarono a scavare fino a quando non crearono un enorme trincea proprio sul il fronte dell' l'interno sentiero, poi foderarono la trincea e la riempirono con l'acqua. Successivamente, i sacerdoti della cappella reale vennero e girarono intorno alla fossa, mormorando preghiere e invocazioni, e infine spruzzarono il tutto con acqua santa. E per finire, i soldati posero un telone sopra la fossa da un lato all'altro e camuffarono tutto con una rete di rami di pino. Poi si nascosero nel boscho su entrambi i lati del sentiero ad' aspettare...

Solo il Re tornò al castello e con il cuore pesante, ma deciso, salì nelle camere di sua figlia, bussò alla porta e le ordinò di mettere su un mantello e di andare con lui.

"Ma dove stiamo andando, papà?" chiese lei, sbadigliando. "Per i boschi", fu la risposta brusca. La principessa temeva a pensare cosa sarebbe successo, mentre lei lottava per tenere il passo di suo padre, che marciava risolutamente verso il bosco dove i soldati e sacerdoti erano in attesa nel buio.

Poco prima di mezzanotte, sentirono il rumore di una carrozza e di cavalli al galoppo che si avvicinava. Pochi metri davanti alla trappola i cavalli cercarono di frenare, ma era troppo tardi. I loro zoccoli rimasero impigliati nella rete fatta di rami e sul telone e caddero nell' acqua, trascinando la carrozza dietro di loro, con l'autista e un valletto seduti davanti e Dio solo sa quanti demoni vi erano dentro. E mentre affondavano giù nell' acqua santa, ci fu un tremendo suono scrosciante e una nuvola di fumo tossico nero che si alzava. Tutto ciò che rimase dell' equipaggio demoniaco furono alcune ceneri che salivano verso la superficie e rimasero a galla...

La principessa, che fu testimone inorridito di questo sinistro spettacolo, si gettò ai piedi del padre colpita da rimorso e implorò il suo perdono. Infine, aperse gli occhi e capì da quanto vicino la sua anima era sfuggita alle grinfie del diavolo. Naturalmente il Re, vedendo la sincerità delle sue lacrime, la perdonò. E così padre e figlia si riunirono e continuarono felicemente lungo il sentiero della rettitudine e dell'amore fino alla fine dei loro giorni...

Vincenzo Miceli assisted with the translation

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